Il pianeta impossibile

di Francesca Lombardi


Salve a tutti! Io sono Francesca Lombardi, una grande e famosa astronoma di tutti i tempi mai vista prima. Il mio compito è lo stesso tutti i giorni: arrivo al mio laboratorio, mi metto a sedere e mi godo l'universo con il mio telescopio ”Titi 5000”. Fortunatamente non ho famiglia, altrimenti sarei obbligata a lavorare solo cinque giorni su sette, sbarazzandomi del fine settimana. Io adoro il mio lavoro e non lo cambierei mai per tutto l'oro del mondo. Ho un obbiettivo da raggiungere: scoprire e trovare altri pianeti sconosciuti da tutti. Una bellissima mattina, mi accorsi che nello spazio c'era qualcosa di strano. Con il mio telescopio avvistai un piccolo pianeta, anzi piccolissimo, quasi invisibile. Immediatamente chiamai l'agenzia “Pianetia” e chiesi informazioni sul pianeta avvistato da me. Nessuno mi seppe rispondere, neanche Neil Armstrong (il primo uomo salito sulla luna il 20 luglio 1969). L'unica persona a cui poter chiedere era me stessa. Senza perdere neanche un secondo guardai attentamente il mio pianeta con “Titi 5000” per scoprire quale pianeta potesse mai essere. Misi lo zoom al massimo e mi accorsi che non era un pianeta, era semplicemente un po' di polvere caduta nella lente del mio telescopio. Persi tutte le speranze e, molto malinconica, continuai a lavorare per giorni e giorni, senza trovar niente di nuovo. Passarono gli anni, fino a quando mi accorsi che una stella nel cielo non era molto accesa. Quindi pensai che anche lei dovesse essere triste come me, ma invece quella stella mi cambiò l'umore. Scoprii che era metà stella e metà pianeta. Una cosa impossibile! La prima domanda che mi chiesi fu:
«Ci sono altre forme di vita in quel pianeta?»
Così, presa dalla curiosità, presi la prima astronave che mi capitò alle mani e mi imbarcai per questo pianeta sconosciuto. Quando fui nello spazio e scesi dall'astronave, mi parve di essere in una centrifuga. Non facevo altro che roteare su me stessa, tutta colpa della forza di gravità!
Non persi altro tempo, così mi diressi su quella “starplanet” (nome che ho inventato io per questa scoperta sensazionale). Atterrata notai subito una cosa: lì c'era una nuova rinascita, un nuovo mondo. Tutto era acqua e vulcani, come all'inizio sulla nostra Terra. Piogge, nebbia e fumo ricoprivano tutto lo “starplanet”. In un lampo però lì tutto cambiò, da fumi e gas comparvero animali, dinosauri, scimmie uomini... insomma, tutta l'evoluzione della Terra. Sembrava quasi impossibile alla vista dei miei occhi, ma il mio cuore si riempì di una gioia immensa tanto che mi misi pure a piangere. Fu come se tutti gli anni, secoli, millenni fossero avvenuti in quei cinque minuti che vidi. Lo “starplanet” però non mostrava solo il nostro passato, ma anche il nostro futuro. Vidi che nel futuro la Terra sarebbe stata priva di persone e tutte le nostre scoperte, monumenti, documenti, sarebbero andati in polvere. Nessuno più avrebbe abitato sulla Terra. Finita la mia missione ritornai a casa, felice per la mia scoperta, ma triste per il nostro futuro.