Il lampadario magico

di Filippo Pinferi


C'era una volta un bambino di nome Gino che abitava in una città della Russia. Gino non aveva molti amici, era un bambino solitario, anzi di amici non ne aveva nemmeno uno, lui passava tutte le giornate a studiare. Un giorno, mentre si alzò per andare a scuola, sentì una vocina pronunciare il suo nome che diceva:
«Guarda sopra di teeeee!»
Lui rivolse lo sguardo verso l'alto e vide che il suo lampadario aveva la bocca, il naso e gli occhi e capì che non era frutto della sua immaginazione ma era un vero e proprio lampadario magico e ci fece amicizia.
La mamma lo chiamò per andare a scuola e quando tornò nel pomeriggio, andò direttamente in camera sua e iniziò a parlare con il lampadario che lo aiutò nel fare i compiti e gli dette dei buoni consigli per fare amicizia con i suoi compagni. Un giorno Gino lesse un libro che raccontava di un lampadario magico che poteva esaudire tre desideri. Così, finito di leggere il libro, chiese all'amico lampadario se anche lui potesse esaudire tre suoi desideri, ma lui rispose che poteva esaudire un solo desiderio. Gino pensò molto a quale desiderio esprimere, il primo che gli venne in mente era un nuovo gioco per la sua PS3, ma poi pensò che quello non gli avrebbe cambiato la vita. Un giorno gli venne in mente un desiderio bellissimo e lo volle chiedere al lampadario. Così andò in camera sua e disse:
«Amico, devo chiederti di esaudire questo mio desiderio: vorrei essere come tutti i bambini, di modo che mi possano accettare e diventare miei amici e non mi lascino solo come fanno sempre»
Lui rispose che avrebbe fatto il possibile, però ci sarebbe voluto del tempo. Il giorno dopo solo un bambino cercò di essergli amico e via via che i giorni passavano gli amici aumentavano. Allora quando tornò a casa andò in camera felice e ringraziò il lampadario, ma lui non gli rispondeva. Gino credeva che gli volesse fare uno scherzo ma non era così, il lampadario era tornato normale. Il bambino fu molto triste e decise di non buttare via il suo amico, anche se non era più magico.