La pistola a Raggi Zeta

di Lorenzo Fantoni


Io, il sergente “OMAR”, il più importante d'Italia, vi vogio raccontare un'avventura da far morire da ridere. Un giorno mi si era rotta la mia pistola, più precisamente la mia AK47, quindi dovevo andare a ricomprarla al negozio di armeria di fronte alla casa dei miei genitori, un negozio molto attrezzato di armi e proiettili. Entrai, salutai subito il negoziante mio amico, e gli chiesi una pistola non troppo grande da mettere nel fodero.
Egli me ne consigliò alcune tra cui una costosissima che decisi di no prendere a causa del prezzo. Ne vidi un'altra in vetrina chiamata “PISTOLA A RAGGI ZETA”, poco costosa per via degli scontissimi, infatti la pagai solo € 100.00. Decisi subito di comprarla senza vederne altre. In vita mia molte persone mi domandavano perché avevo scelto quel lavoro, rispondevo sempre sorridente che mi sembrava un lavoro facile, si doveva solo sapere sparare e bisognava conoscere alcune leggi giuridiche, anche se a dirla tutta a scuola ero un po' “ciucardo” (come si suol dire in Toscana). Arrivato in ufficio chiesi al caporale se avesse chiamato qualcuno per un'emergenza. Mi rispose che c'era una rapina in corso in baca. Presi la macchina della polizia (perché, sapete, prendere la mia non era molto conveniente perché la benzina costa e ora in questo periodo c'è crisi!). Arrivai in banca e vidi molti ragazzi che entravano e andavano in un angolo vicino alla scala per arrivare al bunker. Mi insospettii e mi avvicinai a essi. Erano già entrati grazie ad un macchinario che trovava il codice di ogni porta segreta e di ogni cassaforte (accidenti alla tecnologia!). Così mi addentrai anch'io nel bunker, ero sicuro che fossero loro i ladri. Avevo portato con me la pistola a raggi zeta (da quattro soldi) e la caricai. Mirai ai piedi dei rapinatori ma si inceppò. Provai e riprovai ma niente. Feci questo più volte finché non uscirono nient'altro che raggi zeta fatti di stelle filanti che invece di spaventare i ladri li fecero solo morire dal ridere. Subito chiamai i rinforzi e quando arrivarono ce la fecero ad arrestarli tutti, però io rimasi a bocca aperta dopo la figura che avevo fatto. Il negoziante aveva sbagliato a vendermi la pistola perché quella era solo uno scherzo di carnevale!
Da quella esperienza capii che non bisognava guardare solo il prezzo ma controllare che il prodotto fosse quello desiderato per l'utilizzo che dobbiamo farne. Da quel giorno in paese mi chiamarono “Omar, il sergente con la pistola a raggi zeta che non fa male neanche a una mosca!”