Mi hanno sempre detto, fin dalle Elementari, di essere "spreciso", di non saper disegnare di "non essere portato" per l'arte. In effetti, guardando i risultati che ottenevo, c'era da dargli ragione. Il figurativo non faceva, e non fa, per me.
  Poi però, crescendo e frequentando sempre di più mostre e musei, conoscendo anche l'arte moderna e contemporanea (quest'ultima mi rimane ancora ostica, mi sembra spesso solo un eccentrico pavoneggiarsi dell'ego di artisti mediocri), ho capito che c'erano altre vie per l'espressione pittorica. Un po' come quando pensi di non essere capace di scrivere perchè Manzoni rimarrà sempre inarrivabile e poi scopri che esiste anche Bukowski e Fante. Insomma, la scoperta dell'arte astratta e informale mi ha acceso una scintilla. Senza scomodare maestri assoluti come Mondrian o Delaunay, nel mio territorio operano eccellenti artisti come Franco Balleri o Franco Cappelli, e hanno operato classici moderni come Mario Nigro, Gualtiero Nativi o Agenore Fabbri, tutti fonte di grande ispirazione.
  Così, senza presunzioni che sarebbero davvero ridicole, varcati gli "anta", ho lasciato andare la mano e ho iniziato riempire spazi con colori. Perchè alla fine la cosa che mi dà piacere è proprio questa: avere un pretesto per colorare spazi bianchi, e magari farlo dando un senso, un ordine alle figure più o meno geometriche che mi si affacciano alla mente. Ho iniziato col mezzo più semplice, la matita, poi sono passato alle tempere e all'acrilico. I risultati sono quelli che vedete, esposti in ordine di realizzazione (quindi per primi vedete quelli più grossolani).
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